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venerdì 24 aprile 2015

Quando l'Africa non è solo immigrazione

Oggi su Wired ho letto un articolo interessantissimo a firma di Elisabetta Demartis che parla delle nuove opportunità che si sviluppano nel continente africano.
Inutile dire che la cosa va nella direzione che da tempo vado dicendo e cioè che in quel continente ci sono risorse immense che salveranno anche la nostra economia.
Bisognerà però cambiare approccio e cambiare le teste di alcuni nostri politici.

Leggi l'articolo direttamente L'Africa delle start-up...

Agritools: l’Africa delle start up, della tecnologia e dei giovani leader

Per chi ancora pensa che i migranti africani stiano invadendo l’Europa e che l’Africa sia un unico grande continente disastrato dalle guerre e dai gruppi di terroristi islamici: si sbaglia di grosso.
In Africa stanno succedendo cose straordinarie e l’innovazione tecnologica è una delle protagoniste di questo cambiamento. Quella che per decenni ha rappresentato la politica di azione di Ong, organizzazioni internazionali e governi donatori che, tramite assistenza tecnica, prestiti e aiuti, volevano risolvere il problema della “fame nel mondo”, comincia ad incontrare delle alternative valide locali.
Giovani imprenditori africani, start-up tecnologiche, hub e incubatori di impresa di diversi paesi del continente, rappresentano oggi uno scenario rivoluzionario in grado di proporre dei modelli di sviluppo sostenibili nel tempo. Ma anche una produzione di soluzioni ad alto contenuto tecnologico, che sono in grado, meglio di come è stato fatto in passato dai vari enti internazionali, di trovare soluzioni a delle problematiche locali. E i mezzi più utilizzati per farlo sono il telefono cellulare e internet.
Secondo una ricerca condotta dalla Banca Mondiale nel 2012, l’imponente sviluppo nel settore delle ICTs (Information Communication Technologies) in Africa ha portato il numero di abbonamenti di telefonia mobile nel continente africano dai 25 milioni registrati nel 2001 a quasi 650 milioni nel 2012. In termini economici, l’apertura di questi nuovi scenari di consumo ha generato un incremento del PIL del 5% annuo. Se a questo si aggiunge il fatto che, come afferma un rapporto dell’Africa Progress Panel, il settore più importante capace di risollevare l’economia africana e di sfamare tutto il pianeta è l’agricoltura, allora possono nascere grandi cose.
Le strade di Dakar sono affollate da cartelloni pubblicitari di compagnie telefoniche come la Tigo, che propongono offerte e tariffe per l’utilizzo di internet.
Le strade di Dakar sono affollate da cartelloni pubblicitari di compagnie telefoniche come la Tigo, che propongono offerte e tariffe per l’utilizzo di internet.
Piattaforme web per la creazione di networks di contadini, sms per facilitare l’accesso all’informazione sui prezzi del cibo sul mercato e telefonia mobile per risparmiare denaro e accedere a finanziamenti al di fuori del sistema bancario. Sono queste alcune tra le molteplici funzionalità che molte start up e organizzazioni giovanili africane hanno messo in pratica tramite i nuovi mezzi di comunicazione, con il fine di migliorare la vita dei contadini nelle aree rurali dei loro paesi e incrementare il settore dell’agribusiness.
Esiste un acronimo specifico per riferirsi a questo settore ed èICT4Ag, (Information Communication Technologies for Agriculture), una declinazione di ICT4D, dove la D sta perDevelopment e comprende tutte le diverse forme di utilizzo che queste nuove tecnologie possono assumere per far fronte a diversi problemi presenti nella società, dalla salute alle questioni politiche.
Una contadina della contea di Kakamega in Kenya, che tramite un progetto di una organizzazione locale, ha oggi la possibilità di utilizzare il proprio telefono cellulare per salvare del denaro e richiedere dei prestiti senza il bisogna di passare per le banche.
Una contadina della contea di Kakamega in Kenya, che tramite un progetto di una organizzazione locale, ha oggi la possibilità di utilizzare il proprio telefono cellulare per salvare del denaro e richiedere dei prestiti senza il bisogna di passare per le banche.
Pochi giorni fa è stato lanciato il progetto di ricerca giornalisticaAgritools, di cui Wired è media partner insieme a altre redazioni giornalistiche, che descriverà cinque mesi di viaggio tra Olanda, Italia, Senegal, Kenya, Uganda e Ghana, alla scoperta di queste realtà locali che tramite la tecnologia mobile e digitale stanno cercando di rilanciare il settore dell’agricoltura, della pesca e dell’allevamento, e di risolvere tutta una serie di problematiche legate a esso.
Il progetto si propone di comprendere i limiti e le potenzialità di questo scenario, attraverso la creazione di uno strumento di pubblicazione di contenuti multimediali aperto e utilizzabile da tutti. La piattaforma di Agritools comprende una mappa interattiva, contenitore che raccoglie storie e testimonianze incontrate sul campo e suddivise per categorie, così come le interviste agli esperti del settore condotte in diverse organizzazioni e centri, tra Europa e Africa. Agritools comprende anche una parte di crowdsourcing di storie dall’Africa, dove start up, organizzazioni e giovani locali impegnati che portano avanti delle iniziative tra agricoltura e ICT possono avere uno spazio per raccontarsi ed essere pubblicati nella mappa insieme ai progetti visitati per il progetto.
Agritools
Un punto d’osservazione aperto a tutti, che si propone di affrontare con tono divulgativo una questione spesso relegata alle università o alla ricerca privata. Un luogo di incontro che vorrebbe parlare dell’“altra Africa”, quella che esiste ma non si vede, l’Africa nascosta, l’Africa delle eccellenze e delle innovazioni, l’Africa di una nuova generazione di giovani leaders che non viene raccontata ma che, dal basso, sta trovando delle soluzioni locali ai problemi locali, cambiando le sorti dei propri Paesi.
[Agritools è vincitore del Journalism Grants, un progetto finanziato dall’European Journalism Center con il supporto della Bill & Melinda Gates Foundation].

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